SYWYN YANA
Il Demone di Kalisha
Assordante, il boato riempì l’aria, la polvere turbinò come destata da un soffio di vento mentre le grida si mescolarono al fischiare rapido delle frecce. Le prime guardie caddero come pupazzi senza fili; seguì una seconda pioggia di dardi, una terza e una quarta. Man mano che le frecce volavano le guardie avanzavano. Il sangue formava scure pozze e rigagnoli sempre più copiosi che presto divennero neri fiumiciattoli qua e là agitati dai pesanti passi dei soldati.
Gli arcieri scoccarono per la quinta e ultima volta e altri uomini caddero riversi sul sangue dei loro compagni cui si mescolò quello di alcuni ribelli le cui carni furono lacerate dall’impeto della controffensiva.
<<Tutti fuori, tutti fuori! Sguainate le spade!>> La voce di Kramer si levò chiara e possente sopra il tintinnio, le grida e i gemiti della battaglia.
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Al fianco di Kramer, nel mezzo della battaglia, Sywyn scoprì che le fiamme della paura erano più difficili da controllare di quanto avesse pensato: ma non aveva altra scelta che combattere e trovò che combattere per la propria vita, invero, era un modo efficace per trasformare le fiamme della paura in un fuoco di coraggio. Fu così che Sywyn si trovò a schivare affondi e affondare la sua lama nel ventre di numerosi nemici.
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<<Sono un druido, un incantatore divino e se qualcuno tra di noi può sperare di sconfiggere il demone quello sono io.>>
RIFLESSI
Si può morire due volte?
Un riflesso sul vetro del monitor, fugace: due piccoli occhi neri fissi su Dante.
Allucinazione dettata dal pensiero che torna a una notizia del TG o un semplice riflesso?
La saracinesca è abbassata e la finestra della camera è chiusa come chiusa è la porta del bagno e quella che dà nel salottino.
La webcam è posta sopra il monitor; sulla sinistra la stampante spenta e muta a fianco del PC. Più in là il raccoglitore dei CD: una pila alta come un uomo, illuminata dalla luce bianca che lo schermo riversa nell’intera stanza e che si perde, nel buio, in fondo a essa.
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Una piccola scossa che si origina da sotto i piedi di Dante, gli arriva dritta alla testa causandogli un momentaneo squilibrio.
Dante si alza allarmato, lo squilibrio passa lasciando come strascico un senso di ebbrezza. Dante, però, non ha ancora bevuto alcol, sono le due del pomeriggio.
Può l’inquietudine generare allucinazioni del genere?
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Un’ edicola attira l’attenzione di Dante: “L’assassino colpisce ancora”. Più in piccolo la notizia prosegue: “Ritrovata al fianco del cadavere la lista aggiornata con il nome sbarrato della vittima. La polizia indaga cercando di anticipare le mosse dell’omicida”.
Un brivido scorre lungo la schiena di Dante che, guardingo, volta lo sguardo a destra e a sinistra aguzzando la vista e le orecchie.